Al Presidente della Giunta regionale
Premesso che:
L’articolo 3, co. 1, DPCM del 17 dicembre 2020 ha introdotto un contributo denominato “Reddito di Libertà”, destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia. La misura consiste in un contributo economico concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi, finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori. Per il suddetto contributo, Il Governo ha previsto un Fondo che viene distribuito tra le Regioni;
mentre l’INPS è l’ente responsabile della gestione e dell’erogazione dei contributi, che con la circolare n. 166 dell’8 novembre 2021 ha definito i criteri di ripartizione dello stesso. Considerato che: L’art. 1 co. 187 della L. 30/12/2023 n. 213 (legge di Bilancio 2024) ha incrementato la misura del Reddito di Libertà in 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e di 6 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027. In questo modo la misura è stata elevata da 400 a 500 euro pro capite mensili, per un massimo di 12 mensilità, così per un totale annuo per ciascuna donna da euro 4.800,00 ad euro 6.000,00. La somma erogata dal Governo è stata ripartita tra le Regioni sulla scorta del numero di donne, comprese tra i 18 anni e 67 anni, presenti in ciascun territorio. In Calabria su un numero di 595.614 donne, è stata disposta l’erogazione della somma annuale di euro 319.963,00, che risulta insufficiente per soddisfare tutte le richieste avanzate dalle donne vittime di violenza. Il motivo dell’incremento operato dal Governo è stato determinato dal numero considerevole di domande che non sono state accolte per assenza di budget. Basti pensare che nel 2023 e 2024 il (solo) Comune di Reggio Calabria ha presentato 19 domande che sono state tutte respinte per insufficienza di budget. In virtù di ciò, con decreto n. 52 del 04/03/2025 è stata data la facoltà di ripresentare le domande a tutte coloro le cui domande erano state rigettate per incapienza, a partire dal 5 marzo 2025 fino al 18 aprile 2025. Ciò tuttavia, non risolve il problema dell’insufficienza delle risorse economiche necessarie a garantire a tutte le donne vittime di violenza il beneficio del “Reddito di Libertà”. Tenuto conto che: Ai sensi dell’art. 2 commi 2 e 3 del decreto n. 52 del 4 marzo 2025 è stato ribadito che le risorse attribuite a ciascuna delle regioni o province autonome possono essere incrementate dalle regioni/province autonome stesse con ulteriori risorse proprie, trasferite direttamente all’INPS, previa presentazione di richiesta di incremento del budget. Lo scopo è quello di consentire all’INPS di utilizzare queste ulteriori risorse per la gestione delle domande presentate nella stessa regione/provincia autonoma e non accolte per insufficienza della quota statale assegnata. Preso atto che molte regioni tra le quali l’Emilia Romagna, il Molise e il Lazio hanno contribuito con proprie risorse (contabilità regionale) ad incrementare tale contributo statale al fine di prevenire e contrastare ogni forma e grado di violenza morale, fisica, piscologica, psichica, sessuale, sociale ed economica nei confronti delle donne, sia nella vita pubblica sia in quella privata. In particolare, la Regione Emilia-Romagna ha confermato il proprio impegno a sostegno del Reddito di Libertà, stanziando nel 2022 e nel 2023, 1,3 milioni di euro per ciascun anno, con risorse del bilancio regionale che permettono di integrare in modo significativo quelle nazionali e dare una risposta alle domande non accolte per mancanza di fondi. La regione Lazio con Determinazione n. G17989 del 26/12/2024 ha assegnato la somma di euro 1.000.000,00 per il “Reddito di Libertà”;
il Molise ha avanzato una proposta di legge, volta a stipulare un accordo tra la Regione e la donna vittima di violenza, con o senza figli, che si impegna a partecipare a un progetto personalizzato finalizzato all’acquisizione o riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica. Tutto ciò premesso e considerato, non essendo a conoscenza di iniziative della Regione Calabria volte a sostenere tale beneficio si INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
se la Regione Calabria ha intenzione di contribuire ad aumentare il budget messo a disposizione dal Governo a sostegno del Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza per gli anni 2025-2026 e 2027.
10/03/2025
G. MURACA