Il Consiglio Regionale,
Premesso che:
– vi è una chiara, netta, condivisa e reiterata condanna ad Hamas per l’orribile atto terroristico compiuto il 7 ottobre 2023. – ad oggi, però, le susseguenti operazioni militari israeliane, che hanno colpito la popolazione civile palestinese in Cisgiordania e in particolare nella Striscia di Gaza, hanno comportato, a causa dell’incessante e indiscriminato bombardamento, l’uccisione di circa 60 mila persone, tra questi 16 mila bambini, il disumano sfollamento forzato della popolazione, il blocco totale degli aiuti umanitari che sta portando alla fame la popolazione della Striscia di Gaza, tutto ciò in totale violazione del diritto internazionale. – le forze estremiste che sostengono il Governo Netanyahu sollecitano il rafforzamento delle operazioni militari, spingendo per un’intensificazione degli attacchi contro la Striscia di Gaza, in totale contrasto con i principi internazionali afferenti il diritto umanitario. – il Ministero della Difesa israeliano ha confermato che i ministri del governo Netanyahu hanno approvato la creazione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania, formalizzando che includeranno una serie di nuove comunità e la legalizzazione di diversi avamposti non autorizzati. – il 24 maggio 2025, 9 dei 10 figli di una dottoressa palestinese, …, pediatra del Nasser Hospital, sono stati uccisi nel bombardamento israeliano che ha preso di mira la sua abitazione a Khan Younis e che alcuni giorni dopo è venuto a mancare anche il marito rimasto gravemente ferito in quel raid. RITENUTO CHE: – la drammatica situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania impone all’Unione Europea e di concerto all’Italia, se vogliono credibilmente rappresentare un presidio nel mondo a difesa del diritto internazionale e dei pilastri del multilateralismo, di non permettere che le sofferenze del popolo palestinese continui;
– il 9 maggio 2024, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione intitolata «Admission of new Members to the United Nations» che riconosce la Palestina come «qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite», raccomandando al Consiglio di Sicurezza di «riconsiderare favorevolmente la questione»: il testo è stato adottato con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti, tra cui l’Italia;
il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto ufficialmente, lo Stato di Palestina, e anche il Presidente francese Macron ha recentemente dichiarato che a giugno 2025 la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina;
– il riconoscimento dello Stato di Palestina, oggi, rappresenta il presupposto necessario per preservare la prospettiva politica dei «due popoli, due Stati» e, dunque, per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, soprattutto di fronte all’esplicita negazione di questa prospettiva da parte delle leadership politiche al momento al Governo in Israele e agli obiettivi di Hamas;
RICORDATO CHE: – già il 27 febbraio del 2015 il Parlamento italiano ha impegnato il Governo italiano a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 ed anche il Parlamento europeo con la risoluzione del 17 dicembre 2014 ha chiesto il riconoscimento dello Stato palestinese;
– è in corso presso la Corte internazionale di giustizia – principale organo giudiziario delle Nazioni Unite – un procedimento su iniziativa del Sudafrica nei confronti dello Stato di Israele per la violazione della Convenzione sul genocidio del 1948;
la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per il Primo ministro israeliano … e il suo ex Ministro della difesa … e il leader di Hamas …, nel frattempo ucciso dall’esercito israeliano – per crimini di guerra e crimini contro l’umanità per la guerra a Gaza e gli attacchi dell’ottobre 2023;
– la Presidente del Consiglio, …, ha sollevato in Parlamento dubbi di carattere politico sui provvedimenti della Corte penale internazionale e il Ministro degli esteri ha dichiarato che «la richiesta di arresto di Netanyahu è irrealizzabile» e che «è tutto molto chiaro, ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate», mentre le pronunce della stessa Corte penale internazionale hanno escluso una prevalenza delle norme internazionali sull’immunità rispetto alle sue pronunce per crimini di guerra e crimini contro l’umanità;
CONSIDERATO CHE – queste dichiarazioni del Governo comportano l’ennesima palese forma di delegittimazione della Corte penale internazionale, a cui è seguito l’aperto conflitto sul caso del generale libico …, in un momento in cui sta subendo un forte attacco e l’Europa, e in particolare l’Italia, dovrebbero difenderne ruolo e funzione, perché la Corte rappresenta un’acquisizione fondamentale del diritto e della giustizia internazionale;
Impegna la Giunta regionale
a richiedere al Governo: 1) di impegnarsi per riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell’ambito del rilancio del processo di pace la prospettiva dei «due popoli, due Stati»;
2) a promuovere – forte dell’impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele;
3) a sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;
4) a sostenere il cosiddetto «Piano arabo» per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza anche alla luce del favore di larga parte della comunità internazionale, assicurando il pieno coinvolgimento delle forze democratiche e della società civile palestinese, respingendo e condannando qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi dalla Striscia di Gaza e Cisgiordania;
5) a sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della posizione comune (2008/944/ PESC) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi (Att) dell’Onu, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile 2024, dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;
6) a provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele, anche in considerazione dei dati emersi dalla relazione dell’anno 2025, trasmessa alle Camere (di cui all’articolo 5, comma 1, della legge 9 luglio 1990, n. 185);
7) a sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania;
8) a esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania, richiedendo che lo Stato di Israele cessi ogni operazione militare, l’occupazione militare illegale di tali territori e l’illegale creazione e sostegno di insediamenti israeliani;
9) a proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del Governo di Israele, inclusa la sospensione dell’accordo di associazione Unione europea-Israele, per le ripetute violazioni dell’articolo 2 del suddetto accordo da parte del Governo israeliano e la violazione delle fondamentali regole dello Stato di diritto in atto, come denunciato dalle forze di opposizione israeliane;
10) a dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale, in linea con la normativa italiana di adeguamento allo Statuto di Roma e in virtù del previsto obbligo di cooperazione da parte degli Stati membri, senza improprie considerazioni politiche che minerebbero il principio fondante per cui la legge, anche internazionale, è uguale per tutti;
11) a sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte penale internazionale, mettere in atto ogni iniziativa politica e diplomatica per scongiurare attacchi alla sua operatività e ribadire la necessità della Corte come strumento cardine della giustizia internazionale.
03/06/2025
D. BEVACQUA, D. TAVERNISE, E. ALECCI,A. BRUNI, F. IACUCCI, R. MAMMOLITI, G. MURACA