Nonostante l’introduzione di nuovi strumenti associati per i medici di base (AFT e UCCP) e l’arrivo delle Case di Comunità previste dal DM 77, si profila un “fallimento del PNRR Missione Salute” secondo l’esponente Dem.
Il sovraffollamento registrato al pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” non è un episodio isolato. È il chiaro sintomo di un sistema sanitario in Calabria che, senza un forte e strutturato rafforzamento della medicina territoriale, continuerà a riversare sugli ospedali l’intero peso della domanda di salute dei cittadini”. La consigliera regionale del Partito Democratico, Amalia Bruni, lo ribadisce con chiarezza: “La medicina territoriale non è un comparto secondario, ma il primo livello di assistenza e prevenzione, il filtro indispensabile che deve intercettare i bisogni sanitari prima che diventino emergenza”.
L’importanza della medicina di base e della prevenzione
La medicina territoriale si basa su una rete di assistenza primaria che include il medico di famiglia, l’infermiere di comunità e strutture di base efficienti. Secondo Bruni, è qui che si gioca la partita della prevenzione, evitando che problemi gestibili diventino situazioni acute che intasano i pronto soccorso. Un aspetto strategico è la presa in carico dei pazienti cronici. Malattie come diabete, BPCO, ipertensione e insufficienza cardiaca richiedono una continuità di cura e un approccio integrato tra medici di medicina generale, specialisti e operatori sanitari. La mancanza di coordinamento a livello territoriale costringe molti pazienti a rivolgersi agli ospedali anche per bisogni non emergenziali.
La crisi delle guardie mediche e il PNRR “salute”
Un’altra grave criticità evidenziata è il venir meno delle guardie mediche in diversi territori della Calabria, una scelta che ha lasciato intere comunità prive di assistenza, soprattutto nelle ore notturne e nei giorni festivi. “La chiusura delle guardie mediche”, avverte Bruni, “ha rappresentato un colpo durissimo per la medicina territoriale. Senza questi presidi, i cittadini non hanno alternative se non il pronto soccorso, che inevitabilmente si riempie”.
Nonostante l’introduzione di nuovi strumenti associati per i medici di base (AFT e UCCP) e l’arrivo delle Case di Comunità previste dal DM 77, si profila un “fallimento del PNRR Missione Salute” secondo l’esponente Dem.
Equità e futuro della sanità in Calabria
Il DM 77 ha rappresentato una svolta, introducendo un modello più integrato e centrato sul paziente, che riconosce la medicina territoriale come fulcro di un sistema sanitario efficace. Come ricorda Bruni citando Quotidiano Sanità: “Potenziare la medicina territoriale significa garantire equità, appropriatezza ed efficienza, migliorando l’accesso alle cure per tutti i cittadini”.
In una regione come la Calabria, dove le distanze geografiche e le fragilità sociali amplificano le disuguaglianze, la medicina territoriale è un tema dirimente. “Senza di essa, i pronto soccorso continueranno a restare saturi, gli ospedali sotto pressione, e i cittadini privati del diritto a una sanità di qualità”, conclude Bruni, secondo la quale la vera riforma della sanità non inizia nei grandi ospedali, ma “nei quartieri, nelle case, nei piccoli comuni, dove ogni giorno si misura la salute delle persone”.