Il Consiglio Regionale,
Premesso che:
• Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) rappresenta il principale ente di ricerca italiano e svolge un ruolo strategico a livello nazionale ed europeo per l’avanzamento della conoscenza scientifica, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, con un impatto rilevante sul progresso culturale, economico e sociale del Paese. • In Calabria sono presenti dodici istituti del CNR, distribuiti in tredici sedi operative, che operano in ambiti di ricerca di primaria importanza, tra cui: biomedicina e neuroscienze, protezione e mitigazione del rischio idrogeologico, cambiamenti climatici, ambiente ed inquinamento atmosferico, tecnologia per le membrane, nanoscienze e nanotecnologie, sistemi agricoli e forestali, calcolo scientifico e reti ad alte prestazioni, ingegneria dei materiali, sensoristica avanzata, trasferimento tecnologico e formazione avanzata con ricadute significative sul sistema regionale della conoscenza, sulla gestione dell’ambiente e del territorio, sul settore sanitario e sulle filiere produttive locali. • Il CNR in Calabria intrattiene consolidate collaborazioni con enti pubblici territoriali, Comuni, Province, Protezione Civile regionale, ARPACAL, Università (Università della Calabria, Università Magna Grecia di Catanzaro, Università Mediterranea di Reggio Calabria), centri di ricerca nazionali, aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie, oltre a supportare la nascita di spin-off e iniziative di trasferimento tecnologico. Tali sinergie contribuiscono al trasferimento tecnologico, alla creazione di nuove competenze e allo sviluppo di servizi e prodotti ad alto valore aggiunto per il territorio. • Negli ultimi anni, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il CNR ha ottenuto, in particolar modo in Calabria, un incremento significativo delle risorse, con finanziamenti che hanno sostenuto nuovi ed importanti progetti e infrastrutture, generando un impatto diretto sull’economia e sull’occupazione regionale;
considerato che: • La precarietà nel CNR rappresenta una criticità strutturale a livello nazionale: circa 4.000 lavoratrici e lavoratori operano con contratti non stabili (1.287 a tempo determinato, circa 2.000 assegnisti e 500-600 borsisti). Una parte significativa di queste posizioni è finanziata tramite fondi PNRR che scadranno il 31 dicembre 2025, con rischio concreto di perdita del lavoro e dispersione di competenze qualificate, molte delle quali essenziali per progetti strategici attivi in Calabria. • Il personale precario del CNR, riunito nel movimento “Precari Uniti CNR”, chiede da anni l’applicazione integrale dell’art. 20 del D.lgs. 75/2017 (“Legge Madia”) che prevede percorsi di stabilizzazione per chi ha maturato adeguata esperienza e anzianità di servizio presso gli enti di ricerca pubblici. • Il D.lgs. 90/2025 ha prorogato la possibilità di applicare le misure di stabilizzazione previste dall’art. 20 della “Legge Madia”. • A seguito delle mobilitazioni culminate nell’occupazione simbolica del CNR del 28 novembre 2024, la Legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024, art. 1, comma 591) ha stanziato 10,5 milioni di euro per la stabilizzazione del personale precario del CNR, somma tuttavia sufficiente a coprire appena 180 unità di personale, pari a meno del 5% del totale dei precari. • In Calabria numerosi progetti del CNR sostengono priorità strategiche regionali: contrasto al dissesto idrogeologico, monitoraggio ambientale, innovazione in agricoltura, digitalizzazione, economia circolare, ricerca sanitaria avanzata e trasferimento tecnologico verso le imprese. La perdita di personale rischierebbe di interrompere attività essenziali, indebolire gruppi di ricerca altamente specializzati e vanificare gli investimenti realizzati con fondi europei, nazionali e regionali;
tenuto conto che: • Il precariato nella ricerca pubblica rappresenta una minaccia strutturale per la qualità, la continuità e la competitività delle attività scientifiche. Esso costituisce inoltre un serio ostacolo allo sviluppo della Calabria, una regione che ha individuato nella conoscenza, nelle competenze e nell’innovazione uno dei pilastri fondamentali della propria crescita. • La Regione Calabria ha un interesse strategico nel tutelare e valorizzare il proprio capitale umano altamente qualificato, risorsa essenziale per promuovere una crescita sostenibile, garantire la sicurezza del territorio, rafforzare la sanità pubblica e favorire il trasferimento tecnologico verso il tessuto produttivo regionale. • È interesse pubblico sostenere la stabilizzazione del personale precario del CNR, anche al fine di consolidare la collaborazione con istituzioni, università e sistema produttivo regionale. Tutto ciò premesso e considerato
Impegna la Giunta regionale
PER QUANTO DI COMPETENZA 1) Ad esprimere pieno sostegno alla vertenza del personale precario del CNR e a promuovere presso gli organi competenti l’applicazione integrale dell’art. 20 del D.lgs. 75/2017. 2) A farsi portavoce presso il Governo, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Parlamento affinché, già nella prossima Legge di Bilancio, siano stanziate risorse aggiuntive e dedicate per la stabilizzazione del personale precario del CNR (art. 20 del D.lgs. 75/2017), superando l’insufficienza dello stanziamento 2025 e assicurando una programmazione pluriennale e strutturale delle assunzioni. 3) A sostenere in Conferenza delle Regioni l’avvio di un piano nazionale straordinario di stabilizzazione del personale precario del CNR, anche valorizzando le professionalità acquisite con PNRR e altri fondi straordinari. 4) A promuovere l’istituzione di un Tavolo regionale permanente tra Regione Calabria, CNR, parti sociali e rappresentanze del personale precario, per monitorare scadenze contrattuali, fabbisogni occupazionali e continuità delle attività di ricerca nel territorio. 5) A valutare misure regionali di accompagnamento, nel rispetto delle competenze e della normativa vigente, anche attraverso forme di cofinanziamento o interventi ponte per garantire la prosecuzione delle attività strategiche in attesa delle stabilizzazioni nazionali. 6) A valorizzare le sedi calabresi del CNR come nodi strategici e centrali dell’ecosistema regionale, dell’innovazione e della gestione del territorio, rafforzando le sinergie con Protezione Civile regionale, aziende ospedaliere, enti territoriali, ARPACAL, Università, imprese e start-up innovative. 7) A promuovere iniziative pubbliche di informazione e sensibilizzazione sul valore della ricerca e sulla necessità di superare il precariato, dando adeguata diffusione ai lavori e agli esiti del Tavolo regionale. A trasmettere la presente mozione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Università e della Ricerca, ai Presidenti delle Camere, al Presidente del CNR, nonché ai Rettori delle Università calabresi e ai parlamentari eletti in Calabria.
20/11/2025
P. CAPUTO, D. GIANNETTA, A. BRUTTO, G. MATTIANI, V. PITARO, E. ALECCI, V. BRUNO, F. GRECO, F. DE CICCO, E. SCUTELLÀ


