N. 131 ” Proposta di legge al Parlamento concernente: ‘Abrogazione degli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della Legge 2 agosto 1999, n. 264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari)’ “

La presente proposta di legge, formulata ai sensi dell’art. 121, comma 2 della Costituzione e dell’art. 16, comma 2, lett. t) dello Statuto della Regione Calabria, risponde all’esigenza di abrogare le disposizioni della legge 2 agosto 1999, n. 264 per gli accessi ai corsi universitari a partire dal primo anno accademico utile, facendo ovviamente salva la posizione degli studenti già ammessi. La legge 2 agosto 1999, n. 264, disciplina le norme in materia di accessi ai corsi universitari. Secondo l’articolo 1, a livello nazionale sono programmati gli accessi: a) ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, in medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria, in architettura, nonché ai corsi di diploma universitario; b) ai corsi di laurea in scienza della formazione primaria e alle scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario; c) ai corsi di formazione specialistica dei medici; d) alle scuole di specializzazione per le professioni legali; e) ai corsi universitari di nuova istituzione o attivazione, su proposta delle università e nell’ambito della programmazione del sistema universitario, per un numero di anni corrispondente alla durata legale del corso. Secondo l’articolo 2, comma 1, spetta alle università programmare gli accessi: a) ai corsi di laurea per i quali l’ordinamento didattico preveda l’utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informatici e tecnologici o comunque di posti studio personalizzati; b) ai corsi di diploma universitario, diversi da quelli di cui all’articolo 1, comma 1, lettera a), per i quali l’ordinamento didattico prevede l’obbligo di tirocinio come parte integrante del percorso formativo, da svolgere presso strutture diverse dall’ateneo. Obiettivo della legge n. 264 era quello di limitare il numero di studenti, riducendo gli oneri per la didattica e, almeno in auspicio, determinando un miglioramento della qualità formativa con una preliminare selezione dei discenti. Tuttavia, ad oltre vent’anni dall’approvazione della legge in questione le conseguenze, specialmente con riguardo al settore medico e sanitario, sono nefaste. L’introduzione del numero chiuso ha prodotto, infatti, conseguenze negative per il sistema universitario e per l’intero Paese che già presenta un numero complessivo di laureati inferiore a quello degli altri Paesi europei, con le evidenti ricadute in termini di competitività e capacità di innovazione. Inoltre, l’impiego delle prove di ingresso come strumento di valutazione e selezione ha spinto molti studenti a iscriversi a facoltà diverse rispetto a quelle per cui sono più predisposti e ad andare a studiare all’estero. Al contrario molti professionisti vengono importati dall’estero per colmare le carenze di professionalità tra i giovani italiani. Egualmente la previsione di una selezione su scala nazionale ha comportato un’irrazionale e costosa mobilità forzata degli studenti, con oneri che R_CALABR|AAA0ABE|RGP2023|PROT. N. 0016171|22/08/2023 ricadono sui relativi nuclei familiari. Ma la conseguenza più grave e paradossale, che è emersa in tutta la sua attualità durante l’emergenza legata alla pandemia da Covid 19, è l’acclarata carenza di figure professionali in campo medico e nell’area sanitaria in genere, con tutti i disservizi che inevitabilmente ne conseguono, generata dagli effetti di oltre 20 anni di restrizioni di accesso e dall’insufficiente dotazione di risorse per le borse di studio per le specializzazioni dei medici. L’esiguità degli accessi ai corsi universitari per le professioni sanitarie, unitamente all’elevato numero di pensionamenti di personale medico e infermieristico del settore pubblico, universitario e ambulatoriale, rischiano di mettere in ginocchio l’intero sistema sanitario nazionale e quello regionale calabrese in particolare. A fronte delle numerose criticità riscontrate, occorre rivedere le condizioni d’accesso alle facoltà a numero chiuso, partendo da quella di medicina, effettuando nel contempo un’adeguata programmazione quantitativa e qualitativa della formazione specialistica. Con la presente proposta di legge si propone al Parlamento l’abrogazione della legge 2 agosto 1999, n. 264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari), per eliminare il numero chiuso e le prove di ammissione ai corsi universitari, al fine di consentire ai giovani di iscriversi liberamente a qualsiasi corso universitario e ai laureati di potersi iscrivere liberamente ai corsi di specializzazione. La presente proposta di legge si compone di un solo articolo abrogativo della legge n. 264 del 1999. Nel caso di approvazione della presente proposta di legge da parte del Parlamento, le disposizioni della legge 2 agosto 1999 n. 264 sarebbero abrogate con effetti immediati per gli accessi ai corsi universitari a partire dal primo anno accademico utile, facendo ovviamente salva la posizione degli studenti già ammessi.

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