Bevacqua: «Il vento è cambiato e il dialogo con i M5s va a gonfie vele»

«Una vittoria importante perché per la prima volta dal 2015 abbiamo strappato una Regione al centrodestra». Tira aria nuova, e di grande entusiasmo, nel centrosinistra dopo la vittoria della Sardegna. Un dato che però va coltivato per esploderlo a livello nazionale.

Mimmo Bevacqua, capogruppo regionale del Pd, dice che i tempi sono maturi anche in Calabria per costruire un campo largo capace di essere competitivo con il centrodestra. L’alleanza siglata due anni e mezzo fa, in occasione delle regionali, non ha funzionato sia perchè si è arrivati tardi alla scelta del candidato dopo lunghe lotte intestine, sia perché il M5s non aveva la maturità che ha oggi piuttosto insisteva su un approccio populista. «La Sardegna, oltre ad averci dato entusiasmo – dice Bevacqua – ci dice che quello è il modello da seguire. Lo stiamo facendo con buoni risultati, come a Vibo Valentia dove ci schieriamo con un candidato competente e competitivo. Stiamo organizzando una serie di iniziative congiunte come gruppi regionali proprio per riallacciare le fila della coalizione; abbiamo una interlocuzione costante con il coordinatore regionale del Movimento, la brava Anna Laura Orrico; il M5s ha un gruppo regionale che sta sul pezzo. Insomma ci sono tutte le condizioni». Guai però a parlare di candidati in pectore. Non solo perché mancano tre anni al voto, ma perché per ora l’obiettivo è quello di aumentare la presenza sui territori. Non a caso Bevacqua sottolinea la presenza di oltre 62 amministratori alla recente iniziativa sull’autonomia differenziata che aveva come ospite Chiara Braga.

Il capogruppo regionale del Pd cita Bersani e la necessità di ripartire dai bar ovvero dal popolo.

«Chi pensa di poter condizionare le scelte dal chiuso delle proprie stanze, con le vecchie alchimie della politica sbaglia di grosso».

L’ultimo passaggio dell’intervista è dedicato al famoso libro bianco che il gruppo regionale del Pd presenterà presto ai cittadini per dar conto della sua attività in consiglio regionale ma anche dei limiti dell’amministrazione Occhiuto.

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