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Sulle problematiche connesse alla presenza di obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie calabresi e garanzia del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG). INTERROGAZIONE n. 362 del 30/05/2025

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:

– L’articolo 9 della Legge 194/1978 garantisce il diritto del personale sanitario all’obiezione di coscienza rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza, ma al contempo obbliga le strutture sanitarie pubbliche ad assicurare comunque il servizio, anche tramite personale non obiettore;
– in Calabria, come in molte altre regioni italiane, si registra una diffusissima adesione all’obiezione di coscienza con una percentuale molto elevata di personale medico e sanitario obiettore, con punte che in alcune aziende ospedaliere superano l’80%, rendendo di fatto difficile e/o impossibile l’accesso al servizio IVG nei tempi previsti dalla legge;
– la Regione Sicilia ha recentemente approvato una norma che prevede l’assunzione di personale dedicato per garantire il diritto all’IVG, nel rispetto del bilanciamento costituzionale tra libertà di coscienza e diritto alla salute. CONSIDERATO che – il Servizio IVG è attivo in pochissimi presidi ospedalieri con gravi carenze di personale medico non obiettore che comportano un eccessivo carico di lavoro per i pochi professionisti disponibili, interruzioni del servizio non programmate e tempi d’attesa incompatibili con i limiti previsti dalla legge. – Questa situazione crea una grave disuguaglianza geografica e sociale in quanto manca una rete territoriale strutturata e omogenea che garantisca una reale equità nell’accesso al servizio su tutto il territorio regionale ulteriormente penalizzando le donne in condizioni economiche svantaggiate, o impossibilitate a spostarsi. TENUTO CONTO che – l’elevato numero di obiettori nella Regione Calabria costringe spesso le donne calabresi a spostarsi fuori regione per accedere a un diritto sancito dalla legge italiana;
– ciò configura una chiara violazione dei princìpi di uguaglianza nell’accesso alle cure, oltre che un possibile aggravamento di condizioni di disagio economico e sociale per le donne più vulnerabili;
– la normativa vigente attribuisce alle Regioni il compito di organizzare e garantire l’erogazione dei servizi sanitari, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza (LEA), tra cui rientra anche l’IVG. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1. se risulta a conoscenza della reale situazione nei singoli presidi ospedalieri calabresi in merito alla percentuale di obiettori di coscienza e alla conseguente accessibilità effettiva al servizio di IVG;
2. di conoscere una mappatura dettagliata delle strutture sanitarie pubbliche in cui è attualmente possibile praticare l’interruzione volontaria di gravidanza, indicando per ciascuna sede: o La presenza effettiva di personale non obiettore;
o La continuità del servizio di IVG (indicando giorni/orari/limitazioni);
3. quali iniziative concrete intende attuare nel breve e medio termine per superare le attuali difficoltà nell’accesso all’IVG nella nostra regione e garantire il rispetto dei diritti sanciti dalla Legge 194/78;
4. quali strumenti intende mettere in campo per attrarre personale medico non obiettore presso le strutture sanitarie calabresi quali la possibilità di prevedere incentivi economici e professionali e/o di riservare nei bandi di concorso una quota specifica di posti per personale non obiettore.

Allegato:

30/05/2025
A. BRUNI

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