In merito alla messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio calabrese. INTERROGAZIONE n. 335 del 25/03/2025

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:

Lo sciame sismico che in queste ultime settimane sta interessando la nostra regione ripropone all’attenzione di tutti noi i rischi ai quali l’Italia e la nostra regione in particolare sono costantemente esposti;
l’Italia, infatti, è uno dei paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio e per l’intensità che alcuni di essi hanno raggiunto, determinando un impatto sociale ed economico rilevante;
secondo la Protezione civile, l’Italia possiede una pericolosità sismica medio-alta, una vulnerabilità molto elevata e un’esposizione altissima, sia per la densità abitativa che per il patrimonio storico e artistico presente sul territorio;
si calcola che negli ultimi quarant’anni, i terremoti che hanno colpito il Paese hanno causato danni economici consistenti, valutabili in circa 135 miliardi di euro impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento, a ciò vanno aggiunte le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio umano, storico, artistico e monumentale;
in questo quadro, assai più preoccupante appare la situazione in cui versa la Calabria che è la regione italiana più esposta al rischio sismico;
nella nostra regione, infatti, si sono concentrati più della metà dei terremoti catastrofici avvenuti in Italia negli ultimi 350 anni caratterizzati dai valori di magnitudo più levati, causando più di 200.000 vittime;
la storia dei terremoti in Calabria oltre che tutti gli studi scientifici degli ultimi decenni, ci dicono, dunque, che è una regione ad elevata pericolosità sismica in cui si possono verificare terremoti di notevole violenza;
sul sito dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), alla luce della mappa della pericolosità sismica elaborata nel 2004 che fornisce un quadro delle aree più pericolose da un punto sismico in Italia in base ai valori di accelerazione del terreno attesi nei prossimi 50 anni, si legge che “gli scuotimenti più forti sono attesi in Calabria, Sicilia sud-orientale, Friuli-Venezia Giulia e lungo tutto l’Appennino centro-meridionale”;
tutti i Comuni della Calabria sono stati classificati, con DGR n. 47 del 10.02.2004, sulla base dell’Ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3274/2003, nelle zone 1 e 2 (sulle 4 previste) a elevato rischio sismico;
Vale la pena ricordare che quando si utilizza il termine “rischio sismico” si fa invece riferimento alla stima del danno conseguente ad un terremoto che potrebbe verificarsi. I parametri di cui si tiene conto sono i seguenti: – pericolosità dell’area, la probabilità che in quella determinata area si risentano gli effetti di un terremoto;
– esposizione, la possibilità che, in caso di terremoto, persone e/o edifici possano essere danneggiati;
– vulnerabilità, la valutazione della resistenza degli edifici, dell’efficienza dei mezzi di soccorso di un territorio;
il parametro “chiave” a cui è necessario prestare la massima attenzione è, dunque, quello della vulnerabilità degli edifici. Il suo valore dipende dal tipo di costruzione e dal livello di manutenzione: si tratta del fattore principale su cui si può intervenire per ridurre il rischio da terremoto di ogni zona. CONSIDERATO CHE appare utile sottolineare come la questione vada prioritariamente incentrata sulla conoscenza e sulla prevenzione dei rischi, che non sono solo sismici, ma anche idrogeologici e idraulici;
in Calabria, infatti, per ragioni di natura morfologica, geologica, meteorologica e antropica i fenomeni di dissesto idrogeologico sono numerosi e frequenti;
negli ultimi anni si riscontra una più accentuata ricorrenza di questi fatti che si traducono in episodi di notevole gravità con danni alle opere pubbliche e ad edifici privati e talvolta, purtroppo, con perdite di vite umane;
il rischio di dissesto idrogeologico è ulteriormente accentuato dai numerosi incendi boschivi che distruggono ogni anno decine di migliaia di ettari di boschi cancellando le uniche difese naturali contro il dissesto;
in questo quadro la scarsa manutenzione del territorio rappresenta un ulteriore vulnus alla già grave situazione calabrese. TENUTO CONTO CHE per limitare il rischio sismico, il dissesto idrogeologico, l’erosione del suolo e i danni da incendio, si deve intervenire attraverso adeguate misure di prevenzione;
obiettivo generale della prevenzione è, infatti, la riduzione della vulnerabilità di uomini e cose, nel confronto dei pericoli naturali, attraverso una adeguata utilizzazione del territorio o l’adozione di misure di protezione;
con riferimento al rischio sismico, negli ultimi anni, specificatamente dal terremoto in Abruzzo in poi, notevoli sono stati gli interventi sia normativi che finanziari volti alla prevenzione dei rischi sismici ed alla messa in sicurezza del territorio. Solo per fare alcuni esempi, si possono citare: – il Programma nazionale della prevenzione del dipartimento nazionale della Protezione civile che, a partire dal 2010, dopo il terremoto dell’Aquila, è stato finanziato con 1 miliardo di euro in 7 anni e che continua ad essere sovvenzionato con 50 milioni di euro l’anno, la Calabria ha ricevuto circa 130 milioni di euro utilizzati per avviare interventi di prevenzione strutturale su circa 250 edifici, ma anche per fare microzonazioni sismiche in tutti i Comuni calabresi. – Il Patto per il SUD che ha finanziato alcuni programmi di intervento di messa in sicurezza di Edifici Strategici e di Edilizia Scolastica;
– Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR ed il Por Calabria 2021/27. Con riferimento al dissesto idrogeologico la istituita Struttura Commissariale ha a disposizione una dotazione finanziaria di circa 470 milioni di euro;
La Calabria è una delle poche regioni che ha approvato il Piano di soccorso sismico, al cui interno sono inseriti gli elementi conoscitivi, territoriali e operativi che occorre attuare in caso di eventi sismici. PRESO ATTO CHE nonostante l’imponente mole di finanziamenti volti a ridurre il rischio sismico oltre che a mitigare quello idrogeologico, appare di tutta evidenza la lentezza con cui la Regione, negli anni, ha programmato e speso le risorse;
alla base di tali ritardi, come sovente accade, vi è la mancanza di personale nei preposti dipartimenti e negli enti locali;
che nell’agosto 2024, il sottoscritto Consigliere, ha presentato al Presidente della Giunta regionale una istanza, rimasta senza riscontro, per chiedere: 1. di effettuare una ricognizione di tutte le risorse disponibili per la prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico;
2. di porre in essere, con il coinvolgimento degli enti locali, una indagine sullo stato del patrimonio edilizio pubblico e privato individuando gli immobili non sicuri sotto il profilo sismico e gli interventi da svolgere per la loro messa in sicurezza;
3. di predisporre un piano di messa in sicurezza del patrimonio edilizio della Regione;
4. di predisporre un piano di potenziamento degli uffici tecnici regionali;
5. di avviare, con il coinvolgimento di Comuni, Scuole ed Associazioni di Volontariato, un piano di comunicazione volto ad illustrare i comportamenti da tenere nel caso di eventi calamitosi;
6. di predisporre un piano straordinario di manutenzione del territorio e di prevenzione degli incendi con l’assunzione da parte di Calabria Verde, per minimo 6 mesi all’anno, di almeno 2000 giovani (operai e tecnici);
7. di relazionare al Consiglio regionale sullo stato degli interventi predisposti. Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale, interroga il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

– se e quali utili provvedimenti sono stati adottati e/o si intendano adottare al fine di realizzare una messa in sicurezza permanente del territorio regionale.

Allegato:

25/03/2025
R. MAMMOLITI

close

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Iscriviti per ricevere le news direttamente nella tua casella di posta.

Privacy policy